01.02.2024
Decisione della Fed sui tassi d'interesse: è richiesta pazienza
Valutazione breve dell'Investment Office della Banca Migros
La Fed non tocca i tassi e crea così costernazione sui mercati finanziari. Ancora una volta, il principio della speranza non ha funzionato e non doveva diventare la nuova massima. Infatti, il tasso di riferimento statunitense rimarrà al livello at-tuale ancora per qualche tempo.
La fervida speranza di imminenti riduzioni dei tassi d’interesse della Fed ha alimentato le borse azionarie negli ultimi mesi. Gli attori dei mercati finanziari si sono puntati su una profezia che si autoavvera, nonostante i funzionari della Fed siano sempre stati molto più cauti e abbiano messo in guardia, con più o meno franchezza, da un’eccessiva euforia di riduzione dei tassi d’in-teresse.
In questo senso la decisione di ieri della Fed di lasciare il tasso di riferimento al 5,25%-5,5% è stata un ammortizzatore. Soprat-tutto perché i mercati finanziari avevano già inciampato più volte quando avevano scommesso che la Fed cedeva.
Chi non vuole ascoltare, deve sentire
Anche questa volta: la prospettiva che il tasso di riferimento più importante del mondo rimarrà ancora per qualche tempo al livello più alto degli ultimi 23 anni mette fortemente sotto pressione gli indici azionari. Il Dow Jones Industrial ha infatti chiuso in negativo di oltre l’1% dopo aver raggiunto il massimo storico di oltre 38 150 punti. Il Nasdaq e l’S&P 500 hanno notevolmente ampliato le loro ultime perdite causate dai valori tecnologici e sono usciti dal mercato al minimo quotidiano.
Dall’altro lato, il dollaro USA ha guadagnato terreno. Finora, nei confronti dell’euro, il biglietto verde è salito a 0,926 (06:30) e è salito a 0,864 nei confronti del franco. Tuttavia, questo leggero vento favorevole non è dovuto solo alla stabilizzazione dei tassi d’interesse. Anzi, dovrebbe anche esserci l’indicazione del Dipartimento del Tesoro americano di non voler più aumentare fino al prossimo anno il volume dell’emissione trimestrale di titoli di debito a lungo termine.
Maggiore rischio di inciampare
Questa tendenza al rialzo è moderata, ma dovrebbe proseguire leggermente nei prossimi giorni. Per il momento dovrebbe con-tinuare anche la pressione sui mercati azionari che, in seguito alle indicazioni negative provenienti dagli Stati Uniti, dovrebbe contagiare anche gli indici europei. Gli investitori non solo devono digerire la mancata riduzione dei tassi d’interesse di ieri, ma bene o male rassegnarsi al fatto che anche per la riunione della Fed di marzo un allentamento della politica monetaria non è affatto una cosa scontata. Il presidente della Fed Jerome Powell ha addirittura affermato che al momento questo «non è lo scenario più probabile».
Questo scenario conferma la nostra valutazione finora secondo cui le aspettative di riduzione dei tassi d’interesse sui mercati finanziari erano eccessive e ancora troppo ambiziose. Di conseguenza, il rischio di una nuova battuta d’arresto nei mercati azionari rimane elevato nei prossimi mesi. Continuiamo a prevedere una prima riduzione dei tassi della Fed (25 punti base) solo per l’estate.
Maggiori informazioni
Santosh Brivio, economista senior
Tel. 044 839 90 12, e-mail: santosh.brivio@migrosbank.ch
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