Previdenza

5 x 10 consigli fiscali 2016 – Parte 5: investimenti di capitale

I detentori di obbligazioni sono attualmente penalizzati non solo dai tassi ai minimi storici. In base all’ammontare della cedola l’obbligazione può avere anche spiacevoli conseguenze fiscali. Ecco un esempio concreto: l’obbligazione della Confederazione con scadenza 11 febbraio 2023 è stata emessa con una cedola, una volta consueta, del 4,0 percento. In seguito al forte calo dei tassi l’obbligazione è ora scambiata a un prezzo di 133. Tuttavia, dal momento che nel 2023 sarà rimborsata al prezzo di 100, il rendimento alla scadenza è pari a meno 0,6 percento. Ma per il fisco non è determinante il rendimento alla scadenza, bensì la cedola del 4,0 percento. Ciò significa che, con un’aliquota fiscale marginale del 25 percento, il detentore dell’obbligazione deve versare al fisco l’1,0 percento. Il rendimento alla scadenza al netto delle tasse diminuisce così a un poco allettante meno 1,6 percento.

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