08.07.2024

Investment Office sulle elezioni francesi: Continua l’incertezza francese

Sorprendentemente, nelle elezioni anticipate dell’Assemblea nazionale francese, il Rassemblement National (RN) si è aggiudicato solo il terzo posto. Invece, l’alleanza di sinistra Nuovo Fronte Popolare ha vinto le elezioni. Una vittoria con un retrogusto amaro, sia per la Francia che per l’Europa.

No, l’elezione anticipata per la più importante delle due camere del parlamento francese non ha portato a una maggiore chiarezza. Il Fronte popolare di sinistra ottiene 178 seggi, il centro del presidente Macron 150, il RN di Le Pen 125 seggi. La maggioranza assoluta di 289 seggi non viene quindi raggiunta da nessuna delle grandi forze politiche.

Difficile formazione di un governo
A prima vista potrebbe sembrare una vittoria per il centro-sinistra, visto che la coalizione di centro di Macron si è alleata con socialisti, verdi e comunisti di fronte alla potenziale vittoria del RN. Ma la Francia si trova di fronte a un futuro difficile. Infatti, mentre Macron è ancora presidente fino al 2027, non è chiaro quale schieramento politico assumerà il primo ministro in futuro, visto che Gabriel Atal, l’attuale premier e confidente di Macron, ha annunciato le sue dimissioni domenica sera.

La formazione di un governo è difficile perché, da un lato, la cultura politica francese non ha familiarità con il principio del governo di coalizione. Dall’altro, si vendica la disperata alleanza tra i partiti di centro e di sinistra, le cui posizioni in parte divergono a chilometri di distanza. I socialisti, ad esempio, hanno combattuto con tutte le loro forze la riforma pensionistica promossa da Macron. Le affinità politiche sono minime.

Essere solo contro qualcosa non basta
Ciò dimostra in Francia ciò che i democratici statunitensi hanno già dovuto imparare a proprie spese: essere solo contro qualcosa non basta come programma elettorale. Al contrario: l’alleanza tra il centro e la sinistra unicamente per impedire a Le Pen di vincere le elezioni può diventare a medio termine il trampolino di lancio del RN. Infatti, mentre la coalizione diluisce ulteriormente le proprie posizioni, il RN può affinare ulteriormente il profilo politico.

Ma il matrimonio di convenienza non fa un favore all’Europa nel suo complesso. In primo luogo, con il coinvolgimento delle forze di estrema sinistra la temuta deriva della spesa pubblica non viene eliminata. Le preoccupazioni per la seconda economia dell’Eurozona, già fortemente indebitata e spesso a debole crescita, non svaniscono. In secondo luogo, l’attività politica rimane paralizzata e spinta da un forte partito di estrema destra. La situazione è quindi simile a quella della Germania e questo è preoccupante. Il contesto è infatti caratterizzato da minacce geopolitiche, da un’escalation delle controversie commerciali, da problemi legati alla transizione energetica, da dibattiti sulla migrazione e da crescenti timori di indebitamento. Tuttavia, le due principali potenze europee hanno come approccio risolutivo solo un «l’importante che non sia di destra» e si presentano letteralmente come «lame Ducks».

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